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Simone Vellei

👨 Senior Backend Developer at Cybus | ☁️ Cloud Adept | 🐧Linux/IoT Expert | 🏝️ Full-remote Addicted

I progressi e le sfide dell'Italia nel raggiungimento della trasformazione digitale

Info

Questo post è stato originariamente scritto in inglese e tradotto in italiano tramite AI. Se noti errori di traduzione o passaggi poco chiari, segnalamelo pure.

🇬🇧 Leggi il post originale in inglese

L’Italia ha compiuto progressi significativi verso il raggiungimento degli obiettivi della Decade Digitale e l’adozione della trasformazione digitale. Sebbene siano stati fatti passi avanti in alcune aree, restano ancora sfide da affrontare. In questo post esploreremo i progressi dell’Italia nelle infrastrutture digitali, nella digitalizzazione delle imprese e la necessità di ulteriori sforzi nell’aggiornamento delle tecnologie digitali avanzate e nella digitalizzazione dei servizi pubblici.

Il costo del tutto

La nostra concentrazione è una risorsa finita. Spesso la paragono ad un serbatoio che fornisce “carburante” durante la giornata lavorativa e che deve necessariamente ricaricarsi attraverso attività collaterali. Va da sè che spetta a noi scegliere come distribuire le energie durante la giornata e come suddividerle fra le varie attività. Del resto ogni attività necessita di una certa quantità di energia per essere portata a termine. Fin qui tutto chiaro, ma cosa succede se usiamo la nostra concentrazione cercando di portare avanti più attività contemporaneamente? Rimanendo nella metafora dei motori l’effetto sarà che riusciremo a percorrere poca strada per ogni attività in cui saremo impegnati e il risultato sarà insoddisfacente e, nel peggiore dei casi, frustrante.

Il lavoro agile come abitudine

Non tutti i lavori sono remotizzabili. Inizio con questa premessa, forse per molti scontata, perché mi trovo ancora a confrontarmi sui social con persone che controbattono con tesi semplicistiche, cercando di pontificare su quali mansioni siano compatibili con il lavoro agile. Il mondo del lavoro non é mai stato così in fermento come ora e, grazie ad un’importante spinta tecnologica, possiamo affermare tranquillamente che i ragazzi di generazione Alpha svolgeranno mansioni che non sono state ancora nemmeno immaginate. Dall’altro lato lavori ripetitivi, o a basso valore aggiunto, sono continuamente oggetto di automatismi. Quindi sì, non tutte le mansioni sono compatibili con il lavoro agile, ma il trend dei lavori remotizzabili é in costante crescita.

Il lavoro agile uccide

Robert Rodriguez é un maestro (assieme a Quentin Tarantino) dei film d’exploitation in chiave moderna. Un genere di film che, mettendo da parte i valori artistici, risalta scene di violenza ed offre agli spettatori una visione cruda della realtà.

Sì, ma cosa c’entra Rodriguez col lavoro agile? Ve lo spiego. Dovete, però, aver presente la scena del film Machete nella quale fuoriuscendo da una potente esplosione, l’assassino a cavallo di una moto, strazia i suoi nemici con una mitragliatrice. Machete uccide. È proprio questa improbabile scena ad essersi palesata nella mia mente quando ho letto che il lavoro agile uccide.

12 indizi che dello smartworking non hai capito nulla

Il 31 Agosto 2022 terminerà la semplificazione, adottata durante l’emergenza covid, per la gestione dei lavoratori in smartworking. Non ci saranno, quindi, ulteriori proroghe ed ogni dipendente che vorrà lavorare in tale modalità avrà bisogno di una riformulazione del contratto. Esattamente come nel periodo pre-covid. Se da un lato il legislatore ha disatteso le richieste di molti per un nuovo e più semplice accesso al lavoro agile, dall’altro le aziende dovranno far fronte alle esigenze di chi, provato lo smartworking, lo preferiscono al lavoro in presenza.

Esercizio scrittura n.2

Il seguente racconto proviene da un secondo esercizio per il corso di scrittura. Scrivi o muori prevede di seguire un flusso narrativo come se si fosse minacciati da un uomo armato. La foto di copertina è generata dall’intelligenza artificiale a partire dai versi delle due canzoni presenti nel testo.


Sebbene non avesse avuto ancora l’età per bere alcolici, Marco decise di entrare in un bar e consumare la sua prima droga. Camminava per la strada principale del paese, una piccola cittadina di appena sedicimila abitanti. Lo conoscevano tutti come bravo ragazzo. Il sole picchiava forte quel pomeriggio, dissero che fosse l’estate più calda degli ultimi tempi, o almeno era quello che lui era riuscito a carpire dal telegiornale delle venti. Pensò come fosse buffo che i servizi meteo si divertissero a bucare il guinness dei record ogni anno nell’estate successiva. Ogni anno era più caldo del precedente. Gli ritornò in mente un’altra notizia che parlava di qualcosa legata al cambiamento climatico, ma lui in quel momento era troppo occupato a manomettere il suo motorino per farlo andare più veloce.