Lavorare in maniera concentrata è un valore fondamentale per ogni knowledge worker. Nel precedente articolo ho presentato come un ambiente di lavoro può essere progettato affinché tutti possano entrare in uno stato di profondo sviluppo umano, massimizzando le proprie abilità personali.

L’uomo, tuttavia, per sua natura, è in continua lotta con i suoi desideri. Non sorprende che fra i più comuni ci siano: mangiare, dormire, fare sesso. Seguono, subito dopo: prendere una pausa dal lavoro, controllare e-mail e social network, navigare sul web, ascoltare musica, guardare la TV. Del resto, ogni giorno, dobbiamo fare i conti con la nostra forza di volontà, quella forza che, in un mondo di distrazioni, ci riporta sulla via della concentrazione. Peccato che essa sia disponibile in quantità limitata, finita. Possiamo, infatti, pensare alla forza di volontà come un serbatoio di acqua che, consumata durante la giornata, tende inesorabilmente a svuotarsi.

Ecco perché è importante definire una strategia per dosare concentrazione e forza di volontà all’interno della nostra giornata lavorativa. In questo articolo presenterò 4 diversi approcci filosofici.

La filosofia monastica

filosofia monastica Alcuni knowledge worker, per potersi concentrare sul proprio lavoro, hanno bisogno di eliminare del tutto attività collaterali come controllare e-mail o rispondere alle telefonate. In questo caso la concentrazione deve necessariamente essere continuativa e senza interruzioni. Tale scelta comporta, a priori, un’attività ben pianificata con obiettivi chiari, spesso guidati dalla filosofia: fai una sola cosa, ma nel migliore dei modi.

La filosofia bimodale

filosofia bimodale Mentre nella filosofia monastica le attività collaterali vengo eliminate completamente, nella filosofia bimodale esse sono bandite esclusivamente in alcuni momenti. Come dice il termine stesso di questa particolare strategia, il knowledge worker opera in maniera monastica nei momenti di lavoro intenso e si dedica alle attività che non richiedono particolare concentrazione nel resto del tempo. La divisione delle due modalità di lavoro non segue uno schema ben preciso e può presentarsi su differenti scale. Ad esempio su scala settimanale si possono dedicare al lavoro intenso tre giorni completi e il resto per altre attività, oppure su base annuale si può riservare una intera stagione alle attività più impegnative. L’unità minima di divisione tende ad essere sempre almeno un giorno intero.

La filosofia ritmica

filosofia ritmica I seguaci di questa filosofia ritengono che la via più semplice per iniziare ad avere sessioni di lavoro intenso sia quella di trasformarle in abitudini. L’obiettivo è, quindi, quello di generare un ritmo, eliminando il bisogno di spendere energie nel decidere se e quando dedicarsi ad attività che necessitano di concentrazione. In contrasto con la filosofia bimodale, i blocchi di lavoro intenso sono spesso da novanta minuti. Probabilmente il livello di concentrazione non sarà così alto, ma è un ottimo compromesso, in quanto si avvicina di più alla realtà della natura umana. Scegliere l’una rispetto all’altra dipende dalla propria forza di volontà nel mantenere l’abitudine prefissata.

La filosofia giornalistica

filosofia giornalistica Questa strategia non prevede nessuno schema fisso, ma solo l’intento di dedicare del tempo per il lavoro intenso ogni qual volta ci sia uno slot libero. Questo approccio viene chiamato giornalistico per attinenza con la relativa attività professionale. Un giornalista, infatti, nell’istante stesso in cui viene a conoscenza di una notizia, dovrà iniziare una sessione di focus sulla scrittura dell’articolo da pubblicare. Questo può accadere in maniera totalmente casuale all’interno della giornata. Tale approccio deve necessariamente considerare che, il rapido e frequente cambio di contesto fra le attività a vari livelli di concentrazione, può esaurire rapidamente la riserva limitata della propria forza di volontà.

L’importanza della scelta

Scegliere una strategia con la quale affrontare il proprio lavoro è fondamentale per una corretta distribuzione della concentrazione all’interno della giornata e un uso ottimale della propria forza di volontà. Riducendo il tempo impiegato per decidere sul momento quando e come iniziare una sessione di lavoro intenso, permette di preservare le energie mentali necessarie proprio per la concentrazione.

Bibliografia

[1] Newport, C. (2016). Deep Work. Piatkus.