Alla corte di Federico da Montefeltro, nel pieno del Rinascimento italiano, appariva così la città ideale, specchio della cultura e della società del tempo. Oggi, nell’epoca dello smartwoking, mi sento di riflettere su due punti in merito:

🏠 Da tempo assistiamo al fenomeno di spopolamento dei piccoli borghi. Veri e propri gioielli italiani abbandonati a favore delle grandi città, dove si concentrano lavoro, servizi e relazioni. Del resto, in questi piccoli paesi spesso abitati esclusivamente da persone anziane legate al territorio, la richiesta di servizi e modernizzazione è quasi nulla. Questo circolo vizioso fra domanda e offerta, però, può essere rotto da un cambio di paradigma. Lo smartwoking permette di bilanciare in modo equilibrato vita e lavoro, astraendosi da spazio e tempo. Il mito del “abitare vicino al lavoro” presto svanirà e molte persone abiteranno dove più amano, favorendo anche la ripopolazione dei piccoli borghi.

🚗 Il tema dell’ecologia, della sostenibilità, dell’energia è sempre molto attuale. Tentiamo di trovare la soluzione ideale mescolando e disponendo casualmente le risorse che, per definizione, sono scarse. Così passiamo dal petrolio al fotovoltaico, dal carbone al gas cercando di trovare il sistema per salvaguardare il pianeta. Eppure ogni giorno, ogni lavoratore con la propria auto si reca nel posto di lavoro: molti mezzi su strada implicano traffico, quindi inquinamento. E se il tempo passato in auto ogni santo giorno potesse essere impiegato in altre attività? Lo smartwoking consente di rompere anche quest’ultimo paradigma, ottimizzando l’accesso al lavoro e l’uso delle risorse.