Trovare la giusta concentrazione e saperla dosare durante la giornata sono attività che hanno bisogno di una strategia concreta. Nel precedente articolo abbiamo visto come esistano quattro differenti filosofie per ottimizzare le risorse e minimizzare le distrazioni.

Indipendentemente dalla strategia scelta, mantenere una costanza del metodo applicato è tutt’altro che semplice. Nella cultura popolare cinese si tramanda che, affinché un comportamento diventi un’abitudine, occorrano 21 giorni consecutivi, senza interruzioni. In questo articolo mostro come sussistano ulteriori fattori che intervengono nella buona riuscita della creazione di un’abitudine della concentrazione.

Ritualizzare i comportamenti

Alzarsi ogni mattina alle 7:00 per fare una passeggiata e poi lavorare dalle 10:00 alle 18:00 è una delle possibili abitudini che un knowledge worker può avere. Forza di volontà e costanza possono aiutarci a mantenerlo come una sana e fruttuosa pratica quotidiana. Ma quanto è costato l’impegno iniziale per forzare la mente ad intraprendere questo cambiamento?

Impostare il cambiamento fissando dei rituali ci garantirà un minore dispendio di energie e una più facile gestione della costanza nel tempo.

Il rituale del luogo e del tempo

Il rituale inizia fissando il luogo di lavoro. Che sia un ufficio, una baita di montagna, una biblioteca o un caffè deve essere chiaro che quel luogo è stato scelto per avere la massima concentrazione sui task che si andranno ad affrontare. Solo a seguito di questa presa di coscienza, occorrerà fissare uno slot temporale che determinerà inizio e fine del periodo di lavoro.

Il rituale del come

Ci siamo. Abbiamo scelto dove e per quanto tempo lavorare in maniera concentrata, occorrono ora delle regole strutturate per definire il come. Pensi che lavorare in assenza di una connessione contribuisca a rendere la tua concentrazione intensa? Spegni le periferiche di connessione sul tuo PC. Per lo stesso motivo, se lo ritieni opportuno, potresti mantenere una metrica dei tuoi task.

I rituali a supporto

Cosa c’è di meglio di iniziare la sessione di lavoro con un buon caffè? Inseriamolo nel nostro rito a supporto dell’abitudine principale! Molti knowledge worker hanno bisogno di avere del cibo già pronto per evitare di distrarsi, altri hanno bisogno di una standing desk per lavorare in piedi per qualche istante. Le abitudini collaterali sono utili se contribuiscono a togliere distrazioni alla normale attività.

La pratica rende perfetti

Trovare la giusta combinazione di rituali da inserire nel proprio flusso quotidiano non è un’attività immediata, ma richiede sperimentazione e molte prove. Attingendo ulteriormente alla tradizione orientale, il rito che apre alla concentrazione è un esercizio molto simile alla meditazione propedeutica.

Il Grande Gesto

Un’ulteriore strategia potrebbe aiutare a rendere più credibili i nostri sforzi: il grande gesto. Occorre, infatti, un grande gesto, qualcosa che ci impegni economicamente, emotivamente o fisicamente per sugellare un rito. Alzarsi al mattino e sedersi alla propria scrivania ha un impatto molto differente rispetto ad affittare una camera d’albergo da 200€ a notte ed usarla come ufficio. La percezione dell’importanza del gesto è direttamente proporzionale al cambiamento effettuato rispetto alle normali abitudini. Un grande gesto ci aiuterà ad evitare l’istinto a procastinare che ha la nostra mente. Non si tratta di un semplice cambio di ambiente di lavoro in ricerca di quiete, ma il compiere un’azione che ci faccia rendere conto psicologicamente dell’impegno da investire sull’attività lavorativa.

Bibliografia

[1] Newport, C. (2016). Deep Work. Piatkus.