Il 2019 è appena terminato e siamo tutti animati dalla speranza che l’euforia dei “ruggenti anni 20” si ripeta anche in questo secolo. Ci sono particolari attenzioni nel campo economico, tecnologico, scientifico ma ciò che accadrà nell’ambito del lavoro è oggetto di numerose discussioni e, addirittura, previsioni. Sono in molti, infatti, a scommettere che il 2020 sarà l’anno che darà il via allo sviluppo del lavoro da remoto, anche chiamato “smartworking”. Dopo aver letto vari articoli e discussioni a riguardo ho deciso di scrivere questo breve post riassuntivo. Non vuole essere una spiegazione di cosa sia lo smartworking, per la quale rimando alla pagina wikipedia dedicata, e necessita di alcune premesse:

  • Come in ogni cambiamento, sia esso tecnologico che sociale, ci sarà un costo da sostenere, ci saranno dei vantaggi e degli svantaggi. Io ritengo sia un cambiamento in positivo per il periodo in cui viviamo, perciò i vantaggi saranno notevolmente maggiori degli svantaggi.

  • Lo smartworking non potrà essere applicato a qualsiasi categoria di lavoro, ma diverse categorie di lavoro **muteranno la loro natura **per poter permettere il lavoro da remoto.

  • La rivoluzione dello smartworking si svilupperà in un primo momento negli USA, pionieri del resto di diversi cambiamenti, mentre in Europa il boom arriverà con qualche anno di ritardo, ma il cambiamento sarà inesorabile.

Come cambierà la vita del lavoratore?

Lo sviluppo dello smartworking sarà una delle più grandi rivoluzioni nel mondo del lavoro e porterà ad un incremento della qualità della vita del lavoratore. Si avrà la flessibilità di decidere come organizzare il proprio lavoro, proprio perché certi giorni sono più produttivi di altri. Non ci sarà più bisogno di chiedere al capo il permesso per andare ad un appuntamento e si avrà la possibilità di portare e riprendere i propri figli da scuola mantenendo del tempo libero per una corsa rigenerante.

Del resto il sorgere di megalopoli popolate di uffici è un effetto tipico dell’ultima rivoluzione industriale. Una visione di industria e produzione che male si adatta alle tipologie di lavori di nuova generazione. Ecco che per molti l’ufficio è diventato il peggior posto dove lavorare dovendo mantenere concentrazione e focus sui propri task.

Cosa prevedono gli esperti del settore?

C’è una reale possibilità che tutto ciò accada in un tempo relativamente breve. Gli esperti del settore ne sono certi ed azzardano previsioni che stravolgeranno la vita di tutti i giorni.

Dal punto di vista sociale ci sarà un ritorno alla condivisione di hobby e attività che spingeranno ad avere maggiori e migliori rapporti mitigando problematiche come la solitudine e l’isolamento. Molte persone cercheranno di vivere in paesi periferici lontano dallo stress delle città, ripopoleranno le campagne per avere una qualità della vita migliore.

Dall’altro lato il lavoro da remoto attirerà l’attenzione di persone che fino a ieri non ne avevano interesse un po’ come accade ora per blockchain e intelligenza artificiale. Qualcuno, senza averne compreso appieno le caratteristiche, la applicherà in maniera errata replicando quanto di peggio c’è attualmente con il lavoro in ufficio. Altri, generazioni che non accetteranno il cambiamento, si renderanno presto conto che le aziende che non abbracceranno la transizione saranno lasciate indietro.

Le aziende avranno la possibilità di attrarre talenti in maniera globale e creare team diversificati ed inclusivi. Chi non lo farà lascerà che siano i propri competitor ad acquisire i migliori sul mercato. Anche il tempo avrà un peso diverso nella valutazione delle prestazioni. I migliori dipendenti saranno quelli che manterranno costantemente ciò che promettono e, con lo stesso criterio, verrà valutata la possibilità di avanzamento di carriera. I lavoratori da remoto dovranno però avere elevate doti di comunicazione, una considerevole abilità nel comprendere i task assegnati e nell’effettuare report scritti.

Solitamente le aziende sono preoccupate che i dipendenti non lavorino abbastanza quando operano da remoto. In realtà si prevede che accadrà il contrario. Ci saranno grossi problemi dovuti ad un eccesso di lavoro e dovranno essere gestiti adeguatamente. Del resto il classico lavoro di 8 ore scomparirà e sarà rimpiazzato da obiettivi chiari e responsabilità.

Il posto di lavoro diventerà accessibile anche a chi è disabile e ha difficoltà a recarsi in ufficio, ad esempio per la presenza di barriere architettoniche nel tragitto. Non ci saranno più nemmeno barriere geografiche, i talenti potranno essere acquisiti in qualsiasi parte del mondo, l’accesso alle opportunità sarà decentralizzato. I genitori lavoratori da remoto, inoltre, svilupperanno una migliore connessione con i propri figli potendo organizzare più liberamente attività familiari.