Il seguente racconto proviene da un secondo esercizio per il corso di scrittura. Scrivi o muori prevede di seguire un flusso narrativo come se si fosse minacciati da un uomo armato. La foto di copertina è generata dall’intelligenza artificiale a partire dai versi delle due canzoni presenti nel testo.


Sebbene non avesse avuto ancora l’età per bere alcolici, Marco decise di entrare in un bar e consumare la sua prima droga. Camminava per la strada principale del paese, una piccola cittadina di appena sedicimila abitanti. Lo conoscevano tutti come bravo ragazzo. Il sole picchiava forte quel pomeriggio, dissero che fosse l’estate più calda degli ultimi tempi, o almeno era quello che lui era riuscito a carpire dal telegiornale delle venti. Pensò come fosse buffo che i servizi meteo si divertissero a bucare il guinness dei record ogni anno nell’estate successiva. Ogni anno era più caldo del precedente. Gli ritornò in mente un’altra notizia che parlava di qualcosa legata al cambiamento climatico, ma lui in quel momento era troppo occupato a manomettere il suo motorino per farlo andare più veloce.

Era sempre estremamente distratto dal mondo e non era mai impegnato in un’unica cosa. Leggeva mentre ascoltava musica, mangiava mentre traduceva la versione di latino. Quando sua madre lo riprendeva, rispondeva che si poteva essere multitasking e che, se l’uomo era stato progettato con due braccia, poteva usarle per fare contemporaneamente due cose. Credo che ideò questa sua teoria dopo le prime lezioni di batteria, quando scoprì che le due mani potevano tenere due tempi totalmente differenti.

Anche mentre si recava al bar esercitava la sua libertà di fare più cose contemporaneamente. Sudava e desiderava una birra ghiacciata, camminava e borbottava, masticava una gomma e pensava a quale colonna sonora potesse accompagnare quel momento. La trovò. Sunshine of your love dei Cream.

Aspetto da tanto tempo
Per arrivare dove sto andando
Nello splendere del tuo amore

Ricordava a memoria la partitura di chitarra distorta nota per nota. In quel momento Eric Clapton si stava esibendo in un assolo all’interno della sua mente, uno spettacolo esclusivamente per lui.

Ripensò alla musica degli anni 60/70. Le più belle sonorità e i più entusiasmanti testi frutto della triade sesso, droga e rock ‘n roll. Droga. Una vampata di calore accese il suo volto. Come se non fosse abbastanza caldo, il suo cuore pompò più forte e si rese conto di essere un bagno di sudore ambulante. “Che schifo!” - pensò ad alta voce. In quel momento Clapton terminò il suo assolo e lui fu catapultato nell’istante in cui sua madre lo avvertiva del pericolo dell’alcol.

Mancavano pochi passi al bar, sarebbe bastato svoltare l’angolo ed avrebbe visto l’insegna. Planet bar. Era un nome da anni 80 ed infatti il locale conservava ancora la vecchia sala giochi, ora riservata ai videopoker. Udì un forte boato. Poi fumo, fumo ovunque. E poi una vampata di calore, molto più intensa di quella percepita qualche istante prima.

La gente urlava e scappava da ogni parte. Fece appena in tempo a vedere la vetrina del bar dalla quale provenivano le fiamme. Venne portato via dalla folla, per pura fortuna rimase in piedi e riuscì a voltarsi per seguire il flusso. Si mise a correre come mai aveva fatto in vita sua. Ripercorse la strada che aveva fatto all’andata. Prese la direzione della sua abitazione che si trovava a non più di tre isolati. La sensazione del caldo era sparita ed aveva lasciato spazio ad un brivido che lo percorreva da capo a piedi. “Ci sono quasi!” - pensava e si dava coraggio, correva e gettava via la gomma. Il desiderio della birra aveva ormai lasciato il posto alla smania di tornare a casa e porre fine allo spavento.

Per eccitarti con una meraviglia
ti darei diamanti brillanti
qui ci saranno cose che ti ecciteranno
per fare sogni su di me la notte.

Clapton stava suonando For your love, questa volta con gli Yardbirds. Era una traccia originale ricavata dal vinile ed il fruscio di sottofondo, a suo dire, lo aiutava a concentrarsi. Ascoltava e risolveva lo studio di funzioni. Rimase tutto il pomeriggio a ripensare all’accaduto, finché sua madre non lo avvisò della cena pronta a tavola. Gateau di patate, uno dei suoi piatti preferiti. Lo consumò mentre con l’altro braccio faceva solletico alla sorella. Si alzò mentre al telegiornale passava la notizia di una terribile esplosione al Planet Bar. Pare che il locale venisse usato da una banda di spacciatori per la vendita di cocaina. Droga. Il giornalista disse che fu un atto di vendetta fra bande per la lotta all’esclusiva della zona. A tavola rimasero tutti terrorizzati, il bar non era poi così lontano da casa. Ma Marco era già in garage con la chiave inglese in mano e il suo motorino da smontare. Nell’altra teneva un depliant.

Bar Tiffany. Aveva la fermata del 26 proprio davanti. Faceva caldo e lui aveva una terribile voglia di birra ghiacciata.