Il 31 Agosto 2022 terminerà la semplificazione, adottata durante l’emergenza covid, per la gestione dei lavoratori in smartworking. Non ci saranno, quindi, ulteriori proroghe ed ogni dipendente che vorrà lavorare in tale modalità avrà bisogno di una riformulazione del contratto. Esattamente come nel periodo pre-covid. Se da un lato il legislatore ha disatteso le richieste di molti per un nuovo e più semplice accesso al lavoro agile, dall’altro le aziende dovranno far fronte alle esigenze di chi, provato lo smartworking, lo preferiscono al lavoro in presenza.
Non tutte le aziende però sono pronte per il passaggio e, spesso, c’è molta confusione già a partire dai termini smartworking, telelavoro, lavoro agile. Dirigenze legate allo status fordista del lavoro, hanno difficoltà a reinterpretare una visione aziendale contemporanea e sinergica con la modalità agile. Di seguito propongo 12 indizi che dovrebbero far riflettere e spingere ad approfondire meglio il Cambiamento che ineluttabilmente sta prendendo piede anche in Italia.
1. Smarworking e lavoro agile sono la stessa cosa.
Hai difficoltà ad usare l’uno o l’altro termine? Chiariamolo una volta per tutte. Smartworking è un termine coniato da noi italiani per definire una differente modalità di lavoro “intelligente”. Durante la pandemia tale termine ha subito un abuso e spesso è stato assimilato al tele-lavoro. Il legislatore parla di lavoro agile e credo che, a partire dal 31 Agosto, sia più corretto usare questo termine per iniziare a rendere più chiara la natura del Cambiamento.
👉 Preferisci l’uso di “lavoro agile” a smartworking.
2. La modalità ibrida è accettabile.
Ritieni che alternare giorni in presenza e giorni fuori ufficio sia comunque accettabile per essere compatibile col Cambiamento? Forse questa tabella ti chiarirà quale modalità può essere considerata lavoro agile.
Giorni in ufficio | Giorni fuori ufficio | Lavoro modalità agile? |
---|---|---|
4 | 1 | ❌ NO |
3 | 2 | ❌ NO |
2 | 3 | ❌ NO |
1 | 4 | ❌ NO |
0 | 5 | ✅ SI |
La modalità ibrida è una posizione “cerchiobottista”, non è lavoro agile, ma un “contentino” per il dipendente. La modalità agile è un’impostazione professionale del lavoro e il cambiamento di contesto dentro/fuori ufficio causerebbe distrazioni e inefficienza del processo. Non è possibile quindi per natura intrinseca della modalità.
👉 Dimentica la modalità ibrida, il lavoro agile è un processo di cambiamento profondo.
3. Il lavoro agile è una forma di welfare.
Ritieni che in fondo concedere di lavorare fuori ufficio sia una forma di welfare? Ti sei ritrovato a pensare che tutto sommato è simile al congedo parentale? Sei fuori strada. Riuscire ad accompagnare i figli a scuola grazie alla flessibilità di orario è solamente una conseguenza e non lo scopo. La modalità agile non è un “bonus” concesso dall’azienda al dipendente, ma una strategia win-win per il miglioramento di entrambe le parti.
👉 Apri la tua mente e supera il concetto bonus/welfare.
4. Chi lavora in modalità agile lavora da casa.
Pensi che chi lavori in modalità agile debba necessariamente lavorare da casa? Se è vero che presso la propria abitazione è utile e comoda una postazione di lavoro, un lavoratore agile trascende dal tempo e dallo spazio, inteso come luogo fisico. Esistono diverse realtà che offrono spazi comuni per il lavoro, i cosiddetti coworking, o ancora caffè e B&B che offrono servizi e modalità di accesso specifici. Non dimentichiamoci che ci sono anche i nomadi digitali che sono perennemente in viaggio e, lavorando in modalità agile, sfruttano un van o un camper per scoprire luoghi differenti.
👉 Visita uno spazio coworking o apri youtube e cerca “nomade digitale”.
5. Chi lavora in modalità agile ha problemi di socializzazione.
Credi che chi lavora in modalità agile perda la capacità di socializzare? Credi che l’ambiente di lavoro sia necessariamente un luogo adatto a stringere relazioni o amicizie? Se il posto di lavoro è l’unica occasione che una persona ha per poter socializzare, il problema è relazionale e non insito nella modalità di lavoro. All’interno dell’ufficio si possono incontrare colleghi simpatici, cordiali, con alcuni si può uscire a bere una birra la sera. Allo stesso tempo è probabile incontrare colleghi con cui non si va d’accordo. La modalità agile permette la gestione del proprio tempo, perciò è possibile impiegarlo nella valorizzazione delle relazioni che si hanno già o investirlo nella creazione di altre in qualsiasi luogo e occasione.
👉 Considera che, come diceva Aristotele, l’uomo è un animale sociale e per sua natura tenderà a stare con i suoi simili. Indipendentemente dalla sua vita lavorativa.
6. Un lavoratore fuori ufficio è anche fuori controllo.
Pensi che un lavoratore fuori ufficio è anche fuori dalla tua zona di controllo? Inizia col chiederti perché hai necessità di controllare. Si può aver necessità di controllare perché un certo dipendente tende a distrarsi e non rispetta le consegne. Credi veramente che questo dipenda dalla presenza o dall’assenza in ufficio? Potresti preoccuparti di non aver controllo su di un team interamente fuori ufficio, ma questo dipende da quale modalità di progettazione hai deciso di implementare. Una metodologia di lavoro (e progettazione) agile ha già tutte le caratteristiche intrinseche necessarie per garantire un autocontrollo e una responsabilizzazione del dipendente. Implementare una modalità di progettazione agile che preveda un team remoto ha solamente l’ulteriore necessità degli strumenti tecnologici adeguati (videocall, gestione documentale, repository, ecc.).
👉 Concentrati maggiormente sulla responsabilità piuttosto che sul controllo e contornati di persone valide.
7. Con un team remoto è più difficile organizzare riunioni.
Credi che con un team in modalità agile sia impossibile organizzare una riunione? Guarda il problema da un’altra prospettiva. Chi lavora in modalità agile ha sicuramente fra i suoi strumenti un calendario condiviso. Ancora una volta, se hai implementato anche una progettazione agile, saprai che hai già necessità di fissare riunioni periodiche per retrospettive e planning. Una riunione fissata per tempo avrà sicuramente successo. Se invece sei solito organizzare riunioni estemporanee, l’errore è altrove. Una riunione è un momento sacro, dove ognuno deve arrivare preparato e pronto. Una riunione non dovrebbe mai arrivare all’improvviso perché distrae e i knowledge worker se distratti peggiorano di molto il proprio rendimento.
👉 Ripensa la tua modalità progettuale e pianifica in modo che nessuno venga distratto dal suo lavoro.
8. La retribuzione è una leva sufficiente a trattenere un dipendente.
Se immagini di poter trattenere in ufficio un dipendente che richiede la modalità agile usando la leva della retribuzione o di benefit, considera che molto probabilmente non avrai successo. Chi sceglie tale modalità lo fa per una risorsa molto più importante e dal valore inestimabile: il tempo. Scegliere come poter gestire il proprio tempo per migliorare il work-life balance non ha prezzo.
👉 Rivaluta le priorità, un dipendente sereno e felice lavora meglio ed è più efficiente.
9. L’orario di lavoro è necessario per rispettare le deadline.
Ti chiedi come si possa arrivare in tempo a terminare progetto con un team in remoto se già ora hai difficoltà a mantenere le deadline? Ancora una volta l’errore va cercato altrove. Non giustificare la mancanza o l’inefficienza della metodologia progettuale con la modalità di lavoro. Richiedere di timbrare il cartellino o sovraccaricare di straordinari sono sintomi di una progettazione guidata dagli orari e non dagli obiettivi. Questa modalità viene chiamata fordista perché legata alle attività produttive del secolo scorso.
👉 Ribalta la tua visione e concentrati sugli obiettivi, capirai subito che l’orario di lavoro perderà di senso e ne guadagnerà lo scopo finale e la relativa deadline.
10. La modalità agile riguarda un futuro ancora lontano.
Pensi che il Cambiamento interessi un futuro ancora lontano e credi che non parlandone si possa risolvere la questione automaticamente? Stai nascondendo la polvere sotto al tappeto. Pensa in grande. Ci sono moltissimi lavori ripetitivi e ognuno di questo potrebbe essere sostituito da un robot, da un software o, perché no, da un’intelligenza artificiale. Allo stesso tempo ci sono moltissime mansioni ed interi reparti aziendali che possono essere remotizzabili. L’Olanda ha appena approvato, in una delle due camere, una legge per il diritto al lavoro remoto, mentre la stessa Silicon Valley, da sempre culla dell’informatica, sta attualmente subendo un cambiamento epocale.
👉 Affronta seriamente il problema ora e trasformalo in opportunità.
11. La sostenibilità come valore aziendale.
Hai a cuore l’ambiente e sei sensibile al tema della sostenibilità? Pensi veramente che la soluzione sia un cap al prezzo dell’energia per giustificare un nuovo spazio adibito ad uffici? Pensa per un solo istante ad ogni dipendente che al mattino sale all’interno della sua auto e percorre chilometri per arrivare al posto di lavoro. Andata e ritorno, ogni giorno. Il car pooling o il giardino all’interno dell’azienda sono solo vecchi ricordi e blande soluzioni al problema. Il miglior risparmio è nel non consumare. Ed abbiamo un’occasione unica. Il dipendente risparmia sul carburante e l’azienda sui costi di gestione degli uffici.
👉 Focalizzati sul risparmio e sul benessere collettivo.
12. Ricerca di collaboratori che non richiedano lavoro remoto.
Hai oggettive difficoltà a reperire collaboratori specializzati? Se la tua proposta implica una relocation presso l’ufficio della tua sede ho brutte notizie per te. Andrà sempre peggio. Come già detto il Cambiamento è inarrestabile ed il mercato, in questo caso, si adegua all’offerta. Avrai sempre più richiesta di modalità agile da parte dei candidati e, se decidi di fare ostruzionismo, rischierai di “raschiare dal fondo del barile”.
👉 Apprezza il fattore globalizzante della modalità agile, avrai accesso ad un mercato non più provinciale ma nazionale o addirittura europeo, o mondiale.